Giovenale, Decimo Giunio [Decimus Iunius Iuvenalis] (55 ca.-127 ca.)

Codice
RM_0324
provincia
Roma
comune
Roma
nazione_autore
Italia
secolo
I-II d.C.
luogo_citato
Roma, impressioni generiche
genere
Poesia
coordinate
41.898988, 12.490521
fonte_bibliografica
Satira III, in: Decimo Giunio Giovenale, Satire, introduzione di Luca Canali, premessa al testo, traduzione e note di Ettore Barelli, Milano, Rizzoli, stampa 1975, p. 69-88.

citazione

Qui giunti, Umbricio mi dice: «In Roma non c’è più posto ormai per un onesto lavoro, nessuna ricompensa alla fatica; i quattrini di oggi sono sempre meno di quelli di ieri e domani saranno di meno ancora; ho deciso quindi di andarmene a Cuma, […] via, via da Roma! […] Io non posso, o Quiriti, sopportare una Roma greca! […] Trova a Roma, se ti riesce, un testimone onesto quanto colui che fu degno d’ospitare in casa sua la dea dell’Ida! […] Converrai con me che in gran parte d’Italia non c’è chi indossi la toga, se non quando è sul letto di morte. […] A Roma invece lo splendore delle vesti è sempre oltre le possibilità dichi le indossa; si vuol sempre di più di quanto si avrebbe bisogno e magari per questo si attinge talvolta alle tasche altrui. Non c’è chi non abbia questo vizio e tutti pretendono di vivere da ricchi senza avere un soldo. Io ti faccio perder tempo, ma è proprio vero: a Roma tutto si compra.
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